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why reuse/perché riusare
Il brand è nato da una riflessione sul ruolo del design riguardo la questione dell’inquinamento ambientale da rifiuti nella società contemporanea. Lo stato di “ rifiuto” degli oggetti e dei materiali che noi “buttiamo” può essere visto nella sua accezione temporale come una condizione transitoria, non immutabile, ma riconvertibile. Reintorducendo questa materia dismessa nella filiera di produzione come "materia prima seconda", si da all'esistente una seconda possibilità di utilizzo e si diminuisce il carico di rifiuti.
Attraverso una riprogettazione formale e funzionale della materia dismessa, il brand crea nuovi oggetti utili, spesso caratterizzati da forme inconsuete, sorprendenti, stimolanti nati dalla loro nuova vita e dall'uso superiore delle loro caratteristiche specifiche.
Infatti prediligendo l’upcycling al riciclo, scegliendo cioè di valorizzare il più possibile la forma e la materia dell’oggetto originale, i prodotti foo sono volutamente semplici e direttamente connessi alla capacità formale e funzionale residua del materiale originale.
I paralumi creati dal riuso di bottiglie di plastica sono così nati cercando nelle caratteristiche fisico meccaniche della plastica il loro migliore e più sostenibile utilizzo. Dai fondi delle bottiglie si ricavano fiori, dai colli boccioli e spirali, dal corpo elementi arricciati, dalla composizione di vari elementi si ottengono figure umanoidi. Questi elementi composti tra loro e montati su supporti metallici danno vita a cinque modelli e molte varianti.
Le borse nate dalle camicie da uomo, allo stesso modo, hanno una forma inconsueta per essere ognuna di esse una metà camicia aperta e ricomposta in modo diverso.
Il denim e molti altri tessuti ancora belli e resistenti sono usati per realizzare borse comode e capienti, lavabili in lavatrice e spesso bifacciali, quindi con una duplice colorazione abbinabile facilmente al resto dell’outfit che si indossa.
Gli accessori sono frutto di varie sperimentazioni tutte orientate a sostituire l’idea di “preziosità” con quella di semplicità e di inventiva. Quindi vecchi bottoni di jeans diventano anelli, cravatte di seta diventano collane e pezzi di stoffe colorate si uniscono a creare girocolli divertenti e inusuali.
Sorte simile viene riservata agli scarti, come è accaduto, ad esempio, con quelli ricavati dal campionamento di produzione di contenitori in materiale plastico. La stessa ditta produttrice ci ha infatti commissionato lo studio e la realizzazione di “gadgets” utili da regalare ai propri clienti in occasione della Fiera Campionaria di Colonia: semplici tappi e tubetti sono stati trasformati in portachiavi, orecchini e anelli.
The brand was born out of a reflection on the role of design with regard to the issue of environmental pollution by waste in contemporary society. The 'waste' status of objects and materials that we 'throw away' can be seen in its temporal meaning as a transitory condition, not immutable, but reconvertible. By reintroducing this discarded material back into the production chain as 'second raw material', we give the existing material a second chance of use and reduce the waste load.
Through a formal and functional redesign of discarded material, the brand creates new useful objects, often characterised by unusual, surprising, stimulating shapes born from their new life and the superior use of their specific characteristics.
In fact, preferring upcycling to recycling, i.e. choosing to enhance the form and material of the original object as much as possible, foo products are deliberately simple and directly connected to the formal and functional residual capacity of the original material.
The lampshades created by reusing plastic bottles have thus been created by looking to the physical and mechanical characteristics of plastic for their best and most sustainable use. From the bottoms of the bottles we obtain flowers, from the necks buds and spirals, from the body curled elements, from the composition of various elements we obtain humanoid figures. These elements composed of each other and mounted on metal supports give rise to five models and many variations.
The bags created from men's shirts, likewise, have an unusual shape in that each of them is half a shirt opened and reassembled in a different way.
Denim and many other still-beautiful and durable fabrics are used to make bags that are comfortable and roomy, machine-washable and often double-sided, i.e. with a double colouring that can be easily matched with the rest of the outfit being worn.
The accessories are the result of various experiments all aimed at replacing the idea of 'preciousness' with that of simplicity and inventiveness. So old jeans buttons become rings, silk ties become necklaces, and pieces of coloured fabrics come together to create fun and unusual necklaces.
Similar fate is reserved for scraps, as happened, for example, with those from the production sampling of plastic containers. In fact, the same manufacturer commissioned us to study and create useful 'gadgets' to give to its customers at the Cologne Trade Fair: simple caps and tubes were transformed into key rings, earrings and rings.
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